Caffè
Il caffè valsusino è un prodotto di torrefazione che, pur non avendo una tradizione locale, si sta affermando come prodotto di nicchia nel mercato nazionale ed internazionale.
È un prodotto pregiato, caratterizzato da una qualità unica nel suo genere, superiore ai caffè disponibili in commercio.
È ottenuto con un lavoro artigianale in cui si eseguono manualmente tutte le fasi, dedicando attenzione alle origini del caffè scegliendo chicchi coltivati in zone ben definite, per soddisfare così i più alti standard relativi alla qualità del caffè crudo.
Le fasi di trasformazione dal caffè verde al caffè tostato sono caratterizzate da tempi di tostatura lenti che permettono un adeguato essiccamento del caffè crudo, un controllo adeguato sull’espansione del chicco e una perfetta trasformazione delle temperature di Millard (fase in cui si compongono i principali gusti del caffè), arrivando poi alla fase finale di caramellizzazione in cui gli zuccheri si trasformano in caramello.
Le diverse origini dei vari tipi di caffè vengono tostate separatamente e poi, a seconda delle caratteristiche organolettiche, vengono miscelate e controllate in maniera artigianale. Le produzioni di tostatura possono spaziare da coltivazioni provenienti da Messico, Perù, Honduras, Guatemala, Etiopia e Nicaragua. La maggior parte di questi caffè è certificata Equosolidale (Fair Trade) per garantire i diritti dei lavoratori dei paesi del Sud del mondo e Biologico (Organic) per garantire un prodotto di qualità sostenibile per l’ambiente.
Inoltre vengono svolte ricerche su piccole produzioni di rari caffè di altissima qualità che permettono di accontentare i più raffinati intenditori a livello mondiale come per il famoso Yauco Selecto Portorico definito anche “caffè dei papi”, perchè era il caffè preferito dallo Stato Pontificio nel 1800, Kona Hawai armonia di pregiate acidità, Jamaica Blue Mountain il re dei caffè e per finire il più curioso, costoso e raro al mondo, l’Indonesiano Kopi Luwak.
Caffè San Domenico – Torrefazione della Piazza (Sant’Antonino di Susa)